La situazione del lavoro femminile al Sud Italia è, da sempre, una sfida complessa e urgente. In un contesto dove il tasso di disoccupazione è già tra i più alti d’Europa, le lavoratrici meridionali affrontano ostacoli ancora più pesanti: dalla carenza di opportunità professionali alla scarsità di politiche di conciliazione tra vita privata e lavoro, fino alla mancanza di infrastrutture sociali adeguate, come asili nido e servizi per la famiglia.
Oggi, di fronte alla notizia dei licenziamenti previsti dal gruppo Conbipel-BTX non possiamo ignorare il valore fondamentale del lavoro femminile, non solo come fonte di reddito, ma come motore di emancipazione, dignità e progresso sociale. Nove donne, alcune di queste mono reddito, il 31 ottobre saranno senza lavoro. Dopo 20 anni rischiano di essere licenziate in un silenzio assordante che non possiamo permettere. Per questo motivo era importante essere al fianco delle lavoratrici e della CGIL questa mattina in presidio in piazza ad Atripalda.
Perdere il lavoro significa non solo togliere un diritto fondamentale, ma indebolire ulteriormente un tessuto sociale già fragile.
La condizione delle donne nel mercato del lavoro meridionale è da sempre segnalata come uno dei nodi centrali irrisolti nel nostro Paese. A fronte di un 52% di donne occupate al nord, al sud questo dato cala paurosamente al 28,9%.
Per questo motivo non possiamo permettere che queste donne, che con tenacia e determinazione hanno portato avanti il loro impegno professionale, siano lasciate indietro.
In un contesto così critico, è essenziale che le istituzioni, le aziende e la comunità si uniscano per trovare soluzioni e tutelare il diritto al lavoro di queste lavoratrici. Come Partito Democratico dobbiamo fare la nostra parte, non solo per il loro bene, ma per il bene di tutto il territorio, che ha bisogno della forza e dell’impiego delle sue donne per crescere e prosperare.





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