In queste settimane tanti militanti, attivisti e rappresentanti del centrosinistra, dei sindacati e del terzo settore, stanno attraversando la provincia per sostenere la campagna referendaria in difesa della Costituzione, della giustizia sociale e del lavoro. È un impegno fondamentale, ma non può esserci silenzio su quanto sta accadendo a Gaza.

Di fronte al protrarsi delle gravi violazioni dei diritti umani e ai crimini di guerra commessi dal governo israeliano, è doveroso che il centrosinistra, a ogni livello, si esprima con chiarezza e promuova una mobilitazione forte, determinata e coerente.

Dovremmo chiedere all’Unione europea – e al nostro governo, colpevolmente silente – due azioni immediate e concrete:

1. La sospensione dell’Accordo di Associazione UE-Israele (in vigore dal 2000).
L’articolo 2 dell’accordo stabilisce che “il rispetto dei diritti umani costituisce un elemento essenziale”. È tempo che questo principio venga applicato. Non si possono mantenere rapporti privilegiati con uno Stato che bombarda ospedali, scuole, civili, operatori umanitari e giornalisti. La sospensione dell’accordo sarebbe un segnale politico necessario e urgente.

2. L’applicazione delle stesse sanzioni previste contro la Russia.
Dalla sospensione della cooperazione culturale e sportiva alle sanzioni mirate, fino al blocco dell’export di armi e tecnologie militari e all’esclusione da eventi internazionali, l’UE ha già definito un precedente. Chiediamo coerenza: i crimini di guerra non possono avere due pesi e due misure.

Queste azioni devono far parte di una strategia più ampia che comprenda:
• pressione diplomatica multilivello,
• isolamento internazionale per chi viola sistematicamente il diritto internazionale,
• un chiaro segnale politico a difesa dei principi di giustizia, libertà e diritti umani.

Una prima mobilitazione è stata promossa ad Avellino da Rifondazione Comunista, ma non basta.
È il momento di unire le forze e portare questo tema al centro del dibattito pubblico e politico, non come questione “esterna”, ma come parte integrante della battaglia per la pace, la democrazia e la dignità umana.
Se siamo in campo per la giustizia sociale, dobbiamo esserlo anche per la giustizia internazionale.
I diritti umani sono indivisibili e universali.

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