Dal 2012 la stazione di Avellino ha vissuto una lenta agonia. Oggi, dopo 4 anni totalmente senza treni, la riattivazione delle tratte è forse rinviata al 2026. Migliaia di studenti, pendolari e famiglie restano isolati dal collegamento ferroviario, mentre l’Europa chiede decarbonizzazione e collegamenti moderni per le aree interne.
Da troppi anni Avellino è senza treni: l’unico capoluogo della Campania, e uno dei pochissimi nel Sud Italia, completamente isolato su rotaia.
Quella della stazione di Avellino è stata una morte lenta: dopo un’iniziale chiusura nel 2012, solo una mobilitazione popolare portò alla riapertura, ma con servizi ridotti e poco efficienti. Con l’annuncio dell’elettrificazione nel 2016 si era immaginato un futuro migliore, ma oggi – a quasi dieci anni di distanza – siamo ancora fermi, con i pochi collegamenti regionali soppressi “temporaneamente” ormai dal 2021.
Questo isolamento pesa su studenti e pendolari. Oltre 5.000 giovani irpini frequentano l’Università di Salerno, mentre quasi il 28% degli iscritti a Benevento è irpino. Senza treni, migliaia di studenti sono costretti ogni giorno a spostamenti più lunghi, stressanti e inquinanti. Lo stesso vale per le tante persone che si muovono verso Salerno e Benevento (e viceversa): senza un collegamento ferroviario, l’unica alternativa resta l’auto privata o bus spesso insufficienti. I disagi si aggravano con i lavori alla galleria Monte Pergola, che rallentano il traffico sul raccordo Avellino–Salerno, e con l’apertura del nuovo aeroporto di Salerno–Costa d’Amalfi, irraggiungibile da Avellino perfino in autobus.
Qual è la posta in gioco?
Se nulla cambia, Avellino, la Valle del Sabato e l’alta Valle dell’Irno resteranno fuori dalle reti ferroviarie moderne, condannate all’isolamento sociale ed economico.
Eppure, soluzioni esistono: in molte tratte italiane, i treni hanno continuato a viaggiare anche durante i lavori di elettrificazione con servizi diesel o ibridi. Il completamento di questi lavori ha portato a un aumento significativo degli utenti. La dimostrazione che, quando il trasporto pubblico è efficiente e affidabile, i cittadini scelgono di lasciare l’auto a casa e preferiscono il treno. Perché ad Avellino tutto questo non può essere possibile?
La posta in gioco non è solo locale: l’Europa chiede di decarbonizzare i trasporti e di collegare le aree rurali al resto del Paese. Con il treno, Avellino non sarebbe connessa solo a Salerno e Benevento, ma anche a Roma in meno di 3 ore.
Continuare a puntare solo su bus e auto significa più emissioni. Le stime ci dicono che un’auto produce 162g di CO₂ a passeggero/km; un autobus produce 90g di CO₂ a passeggero/km, mentre un treno poco meno di 60 g (la cifra scende notevolmente sulle tratte ad Alta Velocità/Capacità). La differenza è enorme, e l’Irpinia non può restare indietro.
Perché è giunto il momento di agire?
I lavori di elettrificazione, finanziati con 230 milioni di euro (Fondo Sviluppo e Coesione + POR FESR 2014-2020), si sarebbero dovuti concludere nel 2021. La riattivazione della stazione è stata rinviata al 2023, poi al 2025 e ora, forse, ad inizio 2026.
Ad oggi, la tratta Avellino–Benevento è ancora ferma: i lavori di elettrificazione non sono mai iniziati. Mentre sulla tratta Salerno-Avellino i treni già circolano fino a Mercato San Severino.Ogni giorno perso significa più isolamento, più emissioni e meno futuro per un pezzo importante di Irpinia.
A fronte di tutto ciò, chiediamo alla Regione Campania di:
- riattivare subito la tratta Benevento-Avellino–Salerno, anche con treni diesel o ibridi – limitatamente al periodo di conclusione dei lavori;
- avviare immediatamente i lavori della tratta Avellino–Benevento, con fondi garantiti e tempi certi.
Un collegamento ferroviario attivo ad Avellino significherebbe non solo connettere la città con Salerno e Benevento, ma anche con le grandi direttrici nazionali: dalle stazioni Alta Velocità/Capacità di Salerno e Benevento, fino alla futura stazione Hirpinia, senza dimenticare le opportunità di un collegamento diretto con Napoli Centrale e Napoli Afragola. Una rete che aprirebbe l’Irpinia a nuove possibilità di sviluppo, studio, lavoro e che permetterebbe al capoluogo di entrare nel TEN-T, il piano strategico dell’UE per creare una rete di trasporti integrata entro il 2050.
Se Avellino continua a essere esclusa dal trasporto ferroviario, qualcuno deve spiegare il perché. I cittadini hanno diritto a trasparenza e a una mobilità moderna ed efficiente, non a promesse rinviate all’infinito.
Firma questa petizione e unisciti a chi chiede il riscatto ferroviario della provincia di Avellino.
Alla raccolta firme hanno già aderito:
ACLI Avellino, Associazione per Borgo Ferrovia, Avellino Prende Parte, Connessioni Montoro, Forino Polis, Give Back – Giovani Aree Interne, Info Irpinia, InLocoMotivi, ISDE – Medici per l’ambiente sezione Avellino, Laika, Legambiente Avellino, Legambiente Alta Valle del Sabato, Legambiente Valle Solofrana, Lotta per la vita APS, Nui ra Ferrovia APS, Patto generazionale X l’Irpinia, Salviamo la Valle del Sabato.
L’elenco non è definitivo: altre realtà, associazioni, comitati e gruppi possono aggiungersi in corso d’opera, a dimostrazione che questa battaglia è patrimonio collettivo dell’Irpinia e non appartiene a pochi.





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